Quali sono i motivi che possono spingere a chiamare osteopata Milano: per chi non è mai ricorso a questo specialista potrebbe essere utile sapere di avere una opzione a disposizione in determinate circostanze.
L’osteopata è un professionista che interviene direttamente su alcuni tipi di problematiche che si vanno a sviluppare all’apparato muscolo-scheletrico: sia problemi strutturali che problemi meccanici.
C’è da dire che questi problemi possono anche andare a causare un’alterazione del funzionamento di quello che è il sistema cranio sacrale oltre che di organi e di visceri. La cosa interessante di un’osteopata è che in genere a una visione è un approccio piuttosto globale di quello che è il corpo nella sua interezza: la medicina tradizionale di solito vede uno specialista per zona del corpo, l’osteopata tratta un po’ di andare a collegare un sintomo ad un altro, senza ricondurre tutto ad un singolo elemento. Ovvero, a volte un problema di funzionamento organico potrebbe essere la causa scatenante di un dolore alla struttura muscolo-scheletrica del corpo ed è da questo assunto di partenza che l’osteopata si inserisce.
Possono rivolgersi ad un’osteopata sia bambini, che adulti, che anziani, perché non c’è un vincolo di età.
Se si è a conoscenza di avere un problema alla cervicale, una lombalgia o una sciatalgia, ernie al disco, forma di artrosi, mal di testa, nevralgia, stanchezza cronica, così come dolori articolari e muscolari ma persino congestioni e problemi alla digestione, allora l’osteopata potrebbe essere lo specialista giusto per avere un approccio diverso e dunque una risoluzione definitiva a queste problematiche.
Quali tipi di manovre utilizza l’osteopata con il suo cliente.
Esistono quattro tipi di approcci diversi che può utilizzare l’osteopata a seconda della sintomatologia riportata dal proprio cliente. Potrebbe avere un approccio fasciale ovvero utilizzare delle tecniche che vanno a palpare i muscoli allo scopo di andare ad ottenere il rilascio dei tessuti miofasciali. Questo in caso che i dolori e le tensioni vadano a coinvolgere la fascia e che il disturbo riportato sia un disturbo muscolo-scheletrico.
Un altro tipo di approccio è quello strutturale, dove si riceveranno delle manovre di rilascio delle articolazioni per andare a stimolare uno scambio di fluidi all’interno della zona che si sta trattando.
Quando invece l’osteopata vuole andare a ristabilire la mobilità di un organo, oppure la sua motilità e dunque la vitalità cellulare che gli compete, utilizzerà un approccio viscerale. L’ultimo approccio di cui possiamo parlare all’interno dell’articolo è l’approccio craniale, che già come dice il nome va ad agire sulle ossa del cranio andando a coinvolgere anche le terminazioni nervose, il liquor cefalorachidiano, e agendo anche a livello meningeo.
Lo strumento principale utilizzato dall’osteopata sono le sue mani e, in genere, una seduta dura dai 45 ai 60 minuti, che non sono chiaramente tutti di manipolazione ma che servono anche ad effettuare una diagnosi, a monitorare i risultati di esami specifici svolti precedentemente. In genere la cura dura più di un trattamento, fino a quando non si andranno ad attenuare in maniera importante i sintomi che hanno portato al suo studio.
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