Vi è un’opportunità di richiedere un prestito non finalizzato all’acquisto di un determinato bene, ma che consente a chi lo richiede e ottiene di avere una cifra in denaro da spendere come meglio crede, senza che sia giustificata: si tratta di una cessione del quinto e prestiti in Milano. Come nome è già particolare ma descrive una caratteristica importante di questo prestito: la rata mensile di restituzione del finanziamento è appunto, al massimo, un quinto del proprio reddito quindi del proprio stipendio o della propria pensione.
Si tratta dunque di un 20% di ciò che percepiamo e viene calcolato sullo stipendio mensile netto.
Naturalmente però l’entrata deve essere regolare, ovvero la pensione o lo stipendio devono essere percepiti tutti i mesi e garantiti da un contratto di un certo tipo.
Non si può nemmeno superare i 120 mesi di durata del prestito, e questo costituisce il limite assoluto che ci dice già quale cifra non possiamo andare ad ottenere. Basta fare un rapido calcolo, che anche se è approssimativo, per fare un’idea va a considerare il 20% del nostro reddito, moltiplicato per 10 anni.
Dunque, se guadagniamo 2000 € al mese, il massimo della rata che possiamo andare a rimborsare è di 400 €. In un anno saranno dunque 400 € moltiplicati per 12 mesi, per 10 anni.
Il contratto di lavoro deve dunque durare 10 anni per ottenere questa cifra, almeno per quanto riguarda un pensionato si stabilisce di solito che non debba avere più di 85 anni perché l’aspettativa di vita di solito non raggiunge i 95.
La differenza che c’è tra le varie categorie di chi richiede la cessione del quinto
Le tre categorie di persone che possono andare a richiedere la cessione del quinto dello stipendio sono i lavoratori privati e i lavoratori pubblici e pensionati ma ci sono delle differenze sostanziali per quanto riguarda le possibilità di ottenere questo tipo di prestito. I più fortunati sono i dipendenti pubblici, in quanto innanzitutto lo Stato garantisce il rimborso della cessione del quinto e dunque diciamo che è una certezza, dopodiché si può andare avanti al di là del proprio contratto di lavoro proseguendo all’interno dell’età di pensionamento, portando dunque rimborso delle rate anche da pensionati.
Invece per quanto riguarda i dipendenti del settore privato, è possibile che vengano fatti dei controlli sul datore di lavoro per vedere qual è la sua situazione creditizia e per vedere se è affidabile, ovvero se per i 10 anni successivi magari ci sono delle buone possibilità che la sua attività volga al meglio.
Invece, quando il campo si estende ai pensionati in generale, c’è da valutare l’età del richiedente della cessione del quinto, perché è naturale che se lo richiede una persona di 95 anni, e richiede un prestito per 10 anni, potrà fare fatica a rimborsarlo e non ci sono le credenziali per farlo. A volte vengono stipulate delle polizze assicurative che vanno a coprire il mancato rimborso in caso di fare causa di forza maggiore.
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